Capitolo ventisettesimo

Risvegli moderni


la Parola di Dio è stata fedelmente predicata, i risultati conseguiti hanno attestato la sua origine divina. Lo Spirito di Dio ha accompagnato il messaggio recato dai suoi servitorì, dando potenza alla loro parola. 1 peccatori sentivano le loro coscienze risvegliarsi, perché la luce che-rischiara ogni uomo che viene nel mondo, illuminava le camerette segrete delle loro anime manifestando le cose occulte delle tenebre e determinando nelle loro menti la convinzione dei peccato, della giustizia. e del giudizio avvenire. Essi avevano il vivo sentimento della giustizia di Dio, e provavano terrore all'idea di doversi presentare a Colui che investiga i cuori, pieni di colpevolezza e di impurità. Con angoscia gridavano: « Chi mi trarrà da questo corpo di morte? ». Così, quando la croce del Calvario col suo sacrificio infinito consumato per i peccati degli uomini fu loro rivelata, essi compresero che solo i meriti di Cristo potevano bastare a espiare le loro trasgressioni: solo questo poteva riconciliarli con Dio. Allora, con fede e umiltà, accettarono l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, e per il sangue di Cristo ricevettero la remissione dei propri peccati passati.

Queste anime produssero i frutti del ravvedimento. Avendo creduto, venivano battezzate per poi risorgere e camminare in novità di vita, come nuove creature in Cristo Gesù; non più per cedere alle concupiscenze passate, ma per calcare con fede le orme dei Figliuolo di Dio, per riflettere il suo carattere e purificarsi come Egli è puro. Le cose che un tempo odiavano ora erano amate, mentre quelle che prima amavano ora erano odiate. L'orgoglioso, il presuntuoso diventava umile di cuore; il vanitoso e superficiale, serio e modesto; il profano, rispettoso; l'ubriaco, sobrio; il corrotto, puro. Avendo rinunciato alle vanità del mondo, i cristiani cercavano « non... l'esteriore che consiste nell'intrecciatura dei capelli, nel mettersi attorno dei gioielli d'oro, nell'indossar vesti sontuose, ma l'essere occulto del cuore fregiato dell'ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran prezzo » 1 Pietro 3: 3, 4.

1 risvegli provocavano un serio esame di coscienza e l'umiltà. Erano caratterizzati da solenni e ferventi appelli e da una profonda compassione verso coloro per i quali Cristo aveva sparso il suo sangue. Uomini e donne pregavano e lottavano con Dio per la salvezza delle anime. Questi risvegli generavano delle anime che non si ritraevano dinanzi alla rinuncia e al sacrificio, e che si rallegravano di essere stimate degne di subire l'obbrobrio e le prove per amore di Cristo. Nella vita di quanti professavano il nome di Gesù si notava una trasformazione, e l'ambiente nel quale essi vivevano traeva beneficio dal loro influsso. Essi raccoglievano con Cristo, seminavano per lo Spirito Santo e mietevano per la vita eterna.

Di loro si poteva dire: « Siete stati contristati a ravvedimento... Poiché, la tristezza secondo Iddio produce un ravvedimento che mena alla salvezza, e del quale non c'è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte. Infatti, questo essere stati contristati secondo Iddio, vedete quanta premura ha prodotto in voi! Anzi, quanta giustificazione, quanto sdegno, quanto timore, quanta bramosia, quanto zelo, qual punizione! In ogni maniera avete dimostrato d'esser puri in quest'affare » 2 Corinzi 7: 9-1 l.

Questo è il risultato dell'azione dello Spirito di Dio. Non ci può essere evidenza di vero pentimento se non c'è una riforma. Se il peccatore rende il pegno, restituisce ciò che ha rubato, confessa i suoi peccati e ama Dio e il prossimo, può essere certo di aver trovato la pace con Dio. Tali furono gli effetti prodotti negli -anni andati dai risvegli religiosi. Giudicando dai frutti si può dire che essi erano stati benedetti da Dio sia per quel che riguardava la salvezza delle anime, sia per il rialzamento della società.

Molti risvegli dei tempi moderni presentano un netto contrasto con le manifestazioni della grazia divina che nel passato erano il risultato del lavoro compiuto dai servitori dell'Eterno. È vero che un vasto interesse viene suscitato, che molti si dichiarano convertiti e che numerosi sono coloro che si uniscono alla chiesa, però i risultati non autorizzano a credere che vi sia stata una corrispondente crescita della vera vita spirituale. La fiamma che divampa come un fuoco di paglia per poi estinguersi, lascia dietro di sé tenebre più fitte di prima.

1 risvegli cosiddetti popolari sono spesso provocati da appelli rivolti all'immagi nazione, da forti emozioni, dall'appagamento del desiderio per ciò che è nuovo e fa colpo. I convertiti così conquistati hanno scarso desiderio di ascoltare le verità bibliche, e dimostrano poco interesse per la testimonianza dei profeti e degli apostoli. I servizi religiosi che non rivestono carattere di sensazionale, non li attirano. Un messaggio che faccia appello solo alla ragione non trova risposta. I chiari avvertimenti della Parola di Dio, che hanno attinenza con i loro interessi eterni, non vengono ascoltati.

Per ogni anima veramente convertita, la relazione con Dio e con le cose di valore eterno costituisce il grande obiettivo della vita. Ma nelle chiese popolari di oggi, dov'è lo spirito di consacrazione a Dio? 1 convertiti non rinunciano al loro orgoglio, al loro amore per il mondo; non sono disposti a rinunciare a se stessi, a prendere la croce, a seguire il mansueto e umile Gesù, più di quanto lo fossero prima della loro conversione. La religione è diventata il bersaglio degli increduli e degli scettici, perché molti che ne prendono il nome ne ignorano quasi totalmente i princìpi. La potenza della pietà è pressoché scomparsa da molte chiese. Gite campestri, serate teatrali nella chiesa, fiere di beneficenza, belle -case, sfoggio di abiti hanno bandito il pensiero di Dio. Terreni, beni e occupazioni di questa vita impegnano a tal punto la mente che le cose di valore eterno sono a malapena oggetto di una passeggera attenzione.

Nonostante il declino generale della fede e della pietà, in queste chiese vi sono ancora dei sinceri seguaci di Cristo. Prima che si abbattano sulla - terra i giudizi finali di Dio, vi sarà in seno al popolo del Signore un risveglio della primitiva pietà quale non si è più visto dopo i tempi apostolici. Lo Spirito e la potenza d'i Dio saranno riversati sui suoi figli. Allora molti lasceranno le chiese nelle quali l'amore del mondo ha sostituito l'amore per Dio e per la sua Parola. Molti, predicatori e laici, accetteranno con gioia le grandi verità che Dio vuole siano proclamate in questo tempo per preparare un popolo per il secondo avvento di Gesù. Il nemico delle anime intende ostacolare quest'opera, e prima che giunga il tempo di questo movimento, egli cercherà di prevenirlo contraffacendolo. Nelle chiese che egli riuscirà ad attirare sotto il suo potere ingannevole, farà credere che Dio sta operando meravigliosamente per esse, mentre in realtà si tratta dell'azione di un altro spirito. Sotto l'aspetto della religione, Satana cerchera' di estendere il suo influsso sul mondo cristiano.

In molti risvegli dell'ultimo mezzo secolo hanno operato, in misura più o meno grande, le stesse potenze che si manifesteranno nel movimenti.più-estesi del futuro. Essi fanno soprattutto appello al sentimento, e vi si trova un misto di vero e di f also adatto a indurre in errore. Ma la seduzione non è inevitabile. Alla luce della Parola di Dio, infatti, non è difficile stabilire la natura di questi movimenti. Però, ovunque gli uomini trascurano la testimonianza delle Scritture e si allontanano dalle sue chiare verità che richiedono altruismo e rinuncia al mondo, si può essere certi che non c'è la benedizione di Dio. Applicando la regola indicata da Cristo stesso « li riconoscerete dai loro frutti » Matteo 7: 16, risulterà evidente che questi movimenti non sono opera dello Spirito di Dio.

Dio si è rivelato agli uomini nelle verità della sua Parola; e tutti coloro che le accettano sono al riparo dagli inganni di Satana. È la negligenza di queste verità che ha aperto la porta ai mali che oggi si propagano in tutto il mondo religioso. Si sono perse di vista, su larga scala, la natura e l'importanza della legge di Dio. Un concetto errato dei carattere, della perpetuità e dell'obbligo della legge divina, ha condotto a molti sbagli per quel che riguarda la conversione e la santificazione, coi conseguente abbassamento dell'ideale di pietà nella chiesa. In questo risiede la causa della mancanza dello Spirito e della potenza di Dio nei risvegli del nostro tempo.

Nelle varie denominazioni vi sono uomini eminenti per la loro pietà i quali hanno riconosciuto e deplorato questo fatto. Il professor E. A. Park, additando i più comuni pericoli nel campo della religione, dice con molto acume: « Una delle fonti di pericolo è che dall'alto del pulpito si neglige di inculcare la legge divina. In passato, il pulpito era una eco della voce della coscienza... 1 nostri predicatori più illustri, seguendo l'esempio del Maestro, davano ai loro discorsi una meravigliosa maestà, mettendo in risalto la legge, i suoi precetti e le sue minacce. Essi ripetevano le due grandi massime: la legge è un'espressione delle perfezioni divine, e un uomo che non ama la legge non ama il Vangelo perché la legge, come l'Evangelo, è uno specchio che riflette il vero carattere di Dio. Questo pericolo conduce a un altro: quello di non vedere l'odiosa natura del peccato, la sua estensione, la sua gravità. In proporzione alla legittimità del comandamento di Dio sta l'enormità della disubbidienza ...

« Oltre al pericolo sopra indicato, c'è quello di sottovalutare la giustizia di Dio. La tendenza della predicazione moderna è di filtrare, per così dire, la giustizia divina attraverso la sua benevolenza, e di ridurre così questa a un sentimento, invece di esaltarla come un principio. Il prisma della nuova teologia separa ciò che Dio ha invece unito. La legge di Dio è un bene o un male? t un bene. Per conseguenza la giustizia è un bene, perché è la disposizione a osservare la legge. Dall'abitudine di sottovalutare la legge e la giustizia di Dio, come anche la portata e il demerito della disubbidienza degli uomini, si finisce con lo scivolare facilmente nell'abitudine di non stimare sufficientemente la grazia che ha provveduto all'espiazione per il peccato ». In tal modo il Vangelo perde il suo valore e la sua importanza agli occhi. degli uomini, i quali, poi, finiscono col mettere da parte la stessa Bibbia.

Molti istruttori religiosi affermano che Cristo, con la sua morte, ha abolito la legge e che, di conseguenza, gli uomini non sono più tenuti a osservarla. Alcuni la presentano come un giogo opprimente e, in contrasto con la « servitù della legge », presentano la -libertà di cui si gode sotto l'Evangelo.

Non è così, però, che i profeti e gli apostoli consideravano la santa legge di Dio. Davide disse: « E camminerò con libertà, perché ho cercato i tuoi precetti » Salmo 119: 45. L'apostolo Giacomo, che scrisse dopo la morte di Cristo, definisce il decalogo « legge reale », « legge perfetta... legge della libertà » Giacomo 2: 8; 1: 25. San Giovanni, oltre' mezzo secolo dopo la crocifissione, pronunciò una benedizione su « coloro che mettono in opera i comandamenti (D), per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte nella città! » Apocalisse 22: 14.

La pretesa che Gesù con la sua morte ha abolito la legge dei Padre suo è priva di fondamento. Se fosse stato possibile cambiare la legge o sopprimerla, non sarebbe stata necessaria la morte di Cristo per salvare l'uomo dalla pena del peccato. La morte di Gesù, lungi dall'abolire la legge, ne dimostra l'immutabilità. Il Figliuol dell'uomo venne per « rendere la sua legge grande e magnifica » Isaia 42: 2 l. Egli disse: « Non pensate ch'io sia venuto per abolire la" legge... Io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà » Matteo 5: 17, 18. Riguardo a se stesso, Egli dichiarò: « lo prendo piacere a far la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore » Salmo 40: 8.

Per la sua stessa natura, la legge è immutabile. Essa è una rivelazione della volontà e del carattere del suo Autore. Dio è amore e la sua legge e amore. 1 suoi due grandi princìpi sono l'amore per Dio e l'amore per il prossimo. « L'amore, quindi, è l'adempimento della legge » Romani 13: 10. Il carattere di Dio è fatto di giustizia e di verità, e tale è la natura della sua legge. Il Salmista dice: « La tua legge è verità ». « Tutti i tuoi comandamenti sono giustizia » Salmo 119:142, 172. L'apostolo Paolo, dal canto suo dichiara: « La legge è santa, e il comandamento è santo e giusto e buono » Romani 7: 12. Questa legge, che è l'espressione del pensiero e della volontà di Dio, deve essere permanente come il suo Autore.

L'opera della conversione e della santificazione consiste nel riconciliare gli uomini con Dio e con i princìpi della sua legge. L'uomo fu creato a immagine di Dio, era in perfetta armonia con la natura e con la legge di Dio. 1 principi della giustizia erano scritti nel suo cuore. Fu il peccato ad allontanarlo dal suo Creatore, ed egli non rifletté più la sua immagine. Il suo cuore era in guerra con i princìpi della legge divina. « Ciò a cui la carne ha l'animo è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio, e neppure può esserlo » Romani 8: 7. Ma « Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo » affinché l'uomo potesse essere riconciliato con Dio. Attraverso i meriti di Cristo, l'uomo può essere ricondotto alla piena armonia con l'Eterno. Il suo cuore, però, deve essere rinnovato dalla grazia divina ed egli deve ricevere nuova vita da alto. Questo cambiamento è la nuova nascita, senza la quale, come ha detto Gesù, nessuno « può vedere il regno di Dio ».

Il primo passo della riconciliazione con Dio è la convinzione di peccato. « Il peccato è la trasgressione della legge » 1 Giovanni 3: 4 (D). « Mediante la legge è data la conoscenza del peccato » Roma ' ni 3: 20. Per poter vedere la propria colpa, il peccatore deve misurare il suo carattere col grande ideale di giustizia. Esso è uno specchio che mostra l'immagine di un carattere perfetto e che permette all'uomo di discernere i suoi difetti.

Ma se la legge rivela all'uomo i suoi peccati, non gli dà nessun rimedio. Pur promettendo la vita a chi ubbidisce, essa dice che la morte

è il. retaggio dei trasgressori. Solo il Vangelo di Cristo lo puo liberare dalla condanna e dalla contaminazione del peccato. Egli deve pentirsi nei confronti di Dio, la cui legge è stata trasgredita, e avere fede in Cristo e nel suo sacrificio espiatorio. Così otterrà « la remissione dei peccati passati » e diventerà partecipe della natura divina. Egli è un figliuolo di Dio, avendo ricevuto lo spirito di adozione grazie al quale grida: « Abba, Padre! ».

Ma ora, è forse libero di trasgredire la legge di Dio? Dice l'apostolo Paolo: « Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia; anzi, stabiliamo la legge ». « Noi che siam morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? » Romani 3: 31; 6: 2. L'apostolo Giovanni, a sua volta, dichiara: « Questo è l'amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi » 1 Giovanni 5: 3. Nella nuova nascita, il cuore viene a trovarsi in armonia con Dio e con la sua legge. Quando tale grande cambiamento si verifica nella vita del peccatore, questo passa dalla morte alla vita, dal peccato alla santificazione, dalla trasgressione e dalla ribellione all'ubbidienza e alla fede. La vecchia esistenza di separazione da Dio è finita e ha inizio la nuova vita fatta di riconciliazione, di fede e di amore. Allora « la giustizia della legge » è adempiuta in noi che « non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito » Romani 8: 4 (D), e il linguaggio dell'anima è: « Oh, quanto amo la tua legge! è la mia meditazione di tutto il giorno » Salmo 119: 97.

« La legge dell'Eterno è perfetta, ella ristora l'anima » Salmo 19: 7. Senza la legge, gli uomini non possono avere nessun preciso concetto della purezza e della santità di Dio, né del loro stato di colpa e di impurità. Essi non hanno nessun reale convincimento del peccato e non provano nessun bisogno di pentirsi. Ignorando la loro condizione di esseri perduti perché violatori della legge di Dio, essi non si rendono conto del grande bisogno che hanno del sangue espiatorio di Cristo. La speranza della salvezza viene perciò accettata senza che si produca un radicale cambiamento del cuore o una profonda riforma della vita. In tal. modo si moltiplicano le conversioni superficiali ed entrano a far parte della chiesa moltitudini di persone che non sono realmente unite con Cristo.

Erronee teorie sulla santificazione, che scaturiscono dalla negligenza o dal rigetto della legge divina, occupano un posto importante negli attuali movimenti religiosi. Queste teorie sono false per quel che riguarda la dottrina, e pericolose a motivo delle loro conseguenze pratiche. Il fatto che esse generalmente incontrano favore rende ancora più indispensabile che tutti abbiano un'esatta visione di quello che le Scritture insegnano su questo soggetto.

La santificazione è una dottrina biblica. L'apostolo Paolo, nella sua lettera ai Tessalonicesi, dice: « Perché _questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate ». Poi prega: « Or l'Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente » 1 Tessalonicesi 4: 3; 5: 23. La Bibbia insegna distintamente che cos'è la santificazione e come la si raggiunge. Il Salvatore cosi prego per i suoi discepoli: « Santificali nella verità: la tua parola è verità » Giovanni 17: 17. Paolo insegnò che i credenti debbono essere « santificati dallo Spirito Santo » Romani 15: 16. Ma qual è l'opera dello Spirito Santo? Ecco ciò che Gesù spiegò agli apostoli: « Ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità » Giovanni 16: 13. Il Salmista afferma: « La tua legge è la verità ». Dalla Parola e dallo Spirito di Dio sono dischiusi agli uomini i grandi princìpi della giustizia incorporati nella sua legge. E poiché la legge di Dio è « santa, giusta e buona », espressione della perfezione divina, ne deriva che un carattere formato dall'ubbidienza a questa legge deve essere necessaríamente santo. Cristo è un perfetto esempio di tale carattere. Ecco quanto Egli afferma: « lo ho osservato i comandamenti del Padre mio ». « Fo del continuo le cose che gli piacciono » Giovanni 15: 10; 8: 29. 1 seguaci di Cristo debbono diventare simili a lui e, per grazia di Dio, raggiungere un carattere che risulti in armonia. con i princìpi della sua santa legge. Questa è la santificazione biblica.

Quest'opera può essere attuata solo mediante la fede in Cristo e per la potenza dello Spirito di Dio operante nell'uomo. L'apostolo Paolo così ammonisce ì credenti: « Compiete la vostra salvezza con' timore e tremore; poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l'operare, per la sua benevolenza » Filippesi 2: 12, 13. Il cristiano conosce le sollecitazioni del peccato, ma gli fa costantemente guerra. E, grazie all'aiuto di Cristo, la debolezza umana si unisce con la forza divina, e il credente esclama: « Ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo » 1 Corinzi 15: 57.

Le Scritture mostrano chiaramente che l'opera della santificazione è progressiva. Quando nella conversione il peccatore trova la pace con Dio mediante il sangue dell'espiazione, ha inizio la vita cristiana, la cui mèta e ormai la perfezione, la crescita fino al raggiungimento della « statura perfetta di Cristo » Efesini 4: 13. Dice l'apostolo Paolo: « Una cosa fo: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno dinanzi, proseguo il corso verso la mèta per ottenere il premio della superna vocazione di Dio in Cristo Gesù » Filippesì 3: 13, 14. Pietro indica quali sono i gradini della scala che conduce alla santificazione biblica: « Mettendo in ciò dal canto vostro ogni premura, aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la continenza; alla continenza la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'amor fraterno; e all'amor fraterno la carità... Facendo queste cose, non inciamperete giammai » 2 Pietro 1: 5-10.

Coloro che sperimentano la santificazione biblica manifesteranno uno spirito di umiltà. Come Mosè, essi hanno avuto una visione della imponente e maestosa santità di Dio e si sono resi conto della propria indegnità, in così netto contrasto con la purezza e con la perfezione dell'Essere infinito.

Per la sua lunga vita interamente consacrata al servizio del Signore, il profeta Daniele è un esempio di vera santificazione. Il cielo lo definì « uomo grandemente amato » Daniele 10: 1 l. Eppure, lungi dal pretendere di ritenersi puro e santo, questo grande e onorato profeta si identificò col suo popolo, Israele peccatore, e intercedette davanti a Dio in suo favore: « Noi umilmente presentiamo le nostre supplicazioni nel tuo cospetto, fondati non sulle nostre opere giuste, ma sulle tue grandi compassioni ». « Noi abbiamo peccato, abbiamo operato malvagiamente ». Quindi aggiungeva: « lo parlavo ancora, pregando e confessando il mio peccato e il peccato del mio popolo ». Quando poi più tardi il Figliuol dell'uomo gli apparve per impartirgli delle direttive, Daniele dichiarò: « li mio viso mutò colore fino a rimanere sfigurato, e non mi restò alcun vigore » Daniele 9: 18, 15, 20; 10: 8.

Quando Giobbe udì la voce del Signore dal « seno della tempesta », esclamò: « Perciò mi ritratto, mi pento sulla polvere e sulla cenere » Giobbe 42: 6. Quando Isaia contemplò la gloria del Signore e udì i cherubini osannare: « Santo, santo, santo è l'Eterno degli eserciti! », esclamò: « Ahi, lasso me, ch'io son perduto! » Isaia 6: 3, 5. Paolo, dopo essere stato rapito fino al terzo cielo e avere udito cose che l'uomo non puo esprimere, parla di se stesso come essendo « da meno del minimo di tutti i santi » 2 Corinzi 12: 2-4; Efesíni 3: 8. Il diletto Giovanni, che poggiò la testa sul petto di Gesù e che contemplò la sua gloria, cadde come morto ai piedi dell'angelo (Apocalisse 1: 17).

Coloro che camminano all'ombra della croce del Calvario, non potranno mai autoesaltarsi o gonfiarsi di orgoglio, né pretendere di essere esenti dal peccato. Essi sanno che sono stati i loro peccati a provocare l'agonia che spezzò il cuore del -Figliuolo di Dio, e questo pensiero li spinge a essere umili. Coloro che vivono più vicini a Cristo e che più chiaramente distinguono la fragilità e la natura peccaminosa del genere umano, si rendono conto che la loro unica speranza risiede nei meriti di un Salvatore crocifisso e risorto.

La santificazione che oggi sembra prevalere nel mondo religioso, racchiude uno spirito di infatuazione, unito con l'oblìo della legge dell'Eterno, che viene considerata come qualcosa di estraneo alla religione delle Scritture. I sostenitori di questa tesi affermano che la santificazione è un'opera istantanea, per la quale possono raggiungere la santità perfetta mediante la fede. « Credete solamente », dicono,. « e avrete la benedizione ». Non è richiesto nessuno sforzo da parte di chi la riceve. Allo stesso tempo negano l'autorità della legge di Dio, sostenendo di essere sciolti dall'obbligo di osservare i comandamenti. Ma è mai possibile agli uomini di essere santi, di trovarsi in accordo con la volontà e col carattere di Dio senza essere sottomessi a quei princìpi che sono l'espressione della sua natura, della sua volontà e che indicano le cose che Egli gradisce?

Il desiderio di una religione comoda, che non richiede né lotte né rinunce, ne distacco dalle follie del mondo, fa della fede, e della sola fede, una dottrina popolare. Ma la Parola di Dio che cosa insegna? L'apostolo Giacomo scrive: « Che giova, fratelli miei, se uno dice d'aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo?... Vuoi tu, o uomo vano, conoscere che la fede senza le opere non ha valore? Abrahamo, nostro padre, non fu egli giustificato per le opere quando offrì il suo figliuolo Isacco sull'altare? Tu vedi che la fede operava insieme con le opere di lui, e che per le opere la sua fede fu resa compiuta... Voi vedete che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto » Giacomo 2: 14-24.

La testimonianza della Parola di Dio è contraria alla seducente dottrina della fede senza le opere. Non è fede quella che chiede il favore del cielo senza adempiere le condizioni alle quali viene accordata la misericordia: è solo presunzione, in quanto la fede vera si basa sulle promesse e sulle condizioni contenute nella Scrittura.

Nessuno si illuda con l'idea di poter diventare santo, pur violando volontariamente una delle esigenze di Dio. Rendersi colpevole di un peccato conosciuto significa voler far tacere la voce dello Spirito e separarsi dall'Eterno. « Il peccato è la trasgressione della legge ». « Chiunque pecca [trasgredisce la legge] non l'ha veduto, e non l'ha conosciuto » 1 Giovanni 3: 4, 6 (D). L'apostolo Giovanni che nelle sue epistole si sofferma a lungo sull'amore, non esita a rivelare il vero carattere di coloro che pretendono di essere santificati, mentre in realtà vivono nella trasgressione della legge di Dio. « Chi dice: Io l'ho conosciuto e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e la verità non è in lui; ma -chi osserva la sua parola, l'amore di Dio è in lui veramente compiuto » 1 Giovanni 2: 4, 5. t questo il banco di prova di ogni professione di fede. È impossibile attribuire la santità a un uomo senza misurarla con la sola regola di santità stabilita da Dio per il cielo e per la terra. Se l'uomo non sente il peso della legge morale, se sminuisce i precetti di Dio e li prende alla leggera, se infrange uno di questi minimi comandamenti e insegna agli uomini a fare altrettanto, non godrà di nessuna stima agli occhi del cielo, e si può avere, così, la certezza che le sue affermazioni sono prive di fondamento.

Chi pretende di essere senza peccato, dà prova di essere ben lontano dalla santità. L'uomo può ritenersi santo perché non ha il vero concetto dell'infinita purezza e santità di Dio o di che cosa bisogna fare per essere in armonia col suo carattere, e perché non ha l'esatto concetto della purezza e dell'amorevolezza di Gesù e della malvagità del peccato. Più di si allontana da Cristo, meno si comprendono il carattere e le esigenze di Dio, e più sembriamo giusti ai nostri occhi.

La santificazione indicata nella Scrittura abbraccia tutto l'essere: lo spirito, l'anima e il corpo. Paolo pregava per i Tessalonicesi affinché « l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima ed il corpo, sia conservato irreprensibile, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo » 1 Tessalonicesi 5: 23. Ai credenti di Roma scriveva: « Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio » Romani 12: l. Al tempo dell'antico Israele ogni offerta presentata a Dio come sacrificio veniva esaminata accuratamente. Se l'animale aveva un'imperfezione, veniva scartato perché Dio aveva dato ordine che l'offerta fosse senza difetto. Così i cristiani sono esortati a presentare i loro corpi in « sacrificio vivente, santo, accettevol a Dio ». Per farlo, tutte le loro energie debbono essere conservate nelle migliori condizioni possibili. Ogni abitudine che indebolisce il vigore fisico o mentale squalifica l'uomo per il servizio del suo Creatore. Dio può contentarsi di quanto non sia il meglio che possiamo offrirgli? Cristo disse: « Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore ». Coloro che amano Dio con tutto il loro cuore, proveranno il desiderio di offrirgli il migliore servizio della loro vita e si sforzeranno continuamente di sottomettere ogni facoltà del proprio essere a quelle

leggi che potenzieranno la loro capacità a fare la sua volontà. Essi, perciò, non renderanno né debole né contaminata - cedendo agli appetiti e alla sensualità - quell'offerta che presentano al loro Padre celeste.

Pietro dice: « Diletti, io v'esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dalle carnali concupiscenze, che guerreggiano contro l'anima » 1 Pietro 2:11. Ogni cedimento peccaminoso tende a offuscare le f acoltà dell'essere e a smussarne le percezioni mentali e spirituali. Come risultato, la Parola e lo Spirito di Dio avranno ben poca presa sul cuore. Paolo scrive ai Corinzi: « Purifichiamoci d'ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio » 2 Corinzi 7: l. Tra i frutti dello Spirito - « amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza » - l'apostolo mette anche la « temperanza » Galati 5: 22.

Nonostante queste dichiarazioni ispirate, quanti che si dicono cristiani infiacchiscono le loro energie nella ricerca del guadagno e nel culto che rendono alla moda! Quanti avviliscono la loro natura umana - che pure è a immagine di Dio - con la ghiottoneria, il vino e i piaceri proibiti! La chiesa, invece di rimproverare queste tendenze, troppo spesso incoraggia il male facendo appello agli appetiti, alla sete di guadagno, all'amore del piacere per rifornire le proprie casse che il troppo debole amore per Cristo non riesce ad alimentare! Se oggi Gesù entrasse nelle chiese e vedesse i festini, le vendite che si organizzano nel nome della religione, non caccerebbe fuori tutti questi profanatori, come fece con i cambiavalute del tempio?

L'apostolo Giacomo afferma: « Ma la sapienza che è da alto, prima è pura » Giacomo 3: 17. Se egli si fosse imbattuto in coloro che pronunciano il prezioso nome di Gesù con labbra contaminate dal tabacco, il cui alito e la cui persona sono impregnati e intossicati dal suo fetido odore, che inquinano l'aria e obbligano quanti sono loro intorno ad aspirarne il veleno; se l'apostolo fosse venuto in contatto con un'abitudine cosi in contrasto con la purezza del Vangelo, non l'avrebbe denunciata come « terrena, carnale, diabolica »? Si odono degli schiavi del tabacco reclamare la benedizione della santificazione totale e parlare della loro speranza celeste; ma la Parola di Dio dice in modo molto chiaro che in cielo « niente d'immondo e nessuno che commetta abominazione o falsità, v'entreranno » Apocalisse 21: 27.

« E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo » 1 Corinzi 6: 19, 20. L'uomo, il cui corpo -e il tempio dello Spirito Santo, non si deve lasciare incatenare da abitudini perniciose. Le sue facoltà appartengono a Cristo che lo ha riscattato col prezzo del suo sangue. Ciò che egli ha è del Signore, perciònon può essere considerato innocente se spreca il capitale che gli è stato affidato. Molti che si professano cristiani spendono ogni anno ingenti somme di denaro per soddisfare capricci inutili e malsani, mentre tanti periscono privi del pane della vita. Si deruba Dio nelle decime e nelle offerte, mentre si sacrifica sull'altare di passioni funeste più denaro di quanto se ne offra per sollevare i poveri e per sostenere il Vangelo. Se tutti coloro che si dicono seguaci di Cristo fossero davvero santificati, i loro mezzi verrebbero deposti nel tesoro del Signore anzìché venire spesi per cose vane se non addirittura nocive, e i cristiani darebbero un esempio di temperanza, di 'rinuncia, di altruismo e sarebbero così la luce del mondo.

Il mondo è dedito ai piaceri dei sensi. « La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita » dominano le masse popolari; ma i seguaci di Cristo hanno una vocazione più santa. « Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'immondo ». Alla luce della Parola di Dio, noi siamo nel giusto affermando che la sanfificazione non può essere genuina se non compie un'opera di totale rinuncia alle ambizioni e alle soddisfazioni peccaminose del mondo.

A coloro che adempiono le condizioni: « Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'immondo », Dio promette: « Io v'accoglierò, e vi sarò' per Padre e voi mi sarete per figliuoli e per figlíuole, dice il Signore onnipotente » 2 Corinzi 6: 17, 18. t privílegio e dovere di ogni cristiano avere una ricca e abbondante esperienza nelle cose di Dio. « lo sono la luce dei mondo », disse Gesù. « Chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della,vita » Giovanni 8: 12. « Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va vie più risplendendo, finché sia giorno perfetto » Proverbi 4: 18. Ogni passo compiuto con fede e ubbidienza porta l'anima a una unione più intima con la luce del mondo, nella quale non c'è tenebra alcuna. 1 raggi luminosi del Sole di giustizia risplendono suì servitori dì Dio che, a loro volta, debbono rifletterne il fulgore. Come le stelle rivelano che nel cielo vi è un'immensa luce la cui intensità le fa brillare, così i cristiani debbono rendere noto a tutti che sul trono dell'universo c'è un Dio il cui carattere è degno di lode e di imitazione. Le grazie del suo Spirito, la purezza e la santità del suo carattere saranno espresse dai suoi testimoni.

Paolo, nella lettera ai Colossesi, indica le rìcche benedizioni accordate ai figliuoli di Dio: « Noi... non cessiamo di pregare per voi, e di domandare che siate ripieni della profonda conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e intelligenza spirituale, affinché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; essendo fortificati in ogni forza secondo la potenza della sua gloria, onde possiate essere in tutto pazìenti e longanimi » Colossesi 1: 9-11.

Ai fratelli di Efeso egli esprime il desiderio che essi giungano a comprendere la grande portata dei privilegi cristiani e schiude dinanzi a loro, col più comprensibile linguaggio, le meraviglie della potenza e della conoscenza che essi possono avere come figli e figlie dell'Altissimo. Stava a loro « d'essere potentemente fortificati mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore », di essere « radicati e fondati nell'amore », di « abbraccíare con tutti i santi qual -sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo, e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza ». La preghiera dell'apostolo Paolo tocca il suo apice quando egli aggiunge: « affinché giungiate ad essere ripieni di tutta la pienezza di Dio » Efesini 3: 16-19.

Ci sono qui rivelate le altezze cui possiamo pervenire attraverso la fede nelle promesse del nostro Padre celeste quando adempiamo le sue condizioni. Per i meriti di Cristo, noi abbiamo accesso al trono della Potenza infinita. « Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui? » Romani 8: 32. Il Padre ha dato al Figlio il suo Spirito senza misura, e noi possiamo essere partecipi della sua pienezza. Gesù disse: « Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano! » Luca 11: 13. « Se chiederete qualche cosa nel mio nome, io fa farò ». « Chiedete e riceverete, affinché la vostra allegrezza sia completa » Giovanni 14: 14; 16: 24.

La vita cristiana, pur essendo caratterizzata dall'umiltà, non dovrebbe essere triste e vuota. t privilegio di ognuno vivere in modo da godere dell'approvazione e della benedizione di. Dio. Il* nostro Padre celeste non vuole che siamo continuamente oppressi dal peso della condanna e delle tenebre. Non è prova di vera umiltà andare attorno a capo chino, col cuore colmo di preoccupazioni personali. Purificati da Gesù, possiamo presentarci dinanzi álla sua legge senza vergogna e senza rimorso. « Ora dunque non vi è alcuna condannazione per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne, ma secondo lo Spirito » Romani 8: 1 (D).

Per mezzo di Gesù i figli di Adamo diventano figli di Dio. « Poiché e colui che santifica e quelli che son santificati provengon tutti da uno; per la qual ragione egli. non si vergogna di chiamarli fratelli » Ebrei 2: 1 l. La vita cristiana è una vita di fede, di vittoria e di gioia nel Signore, « Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede » 1 Giovanni 5: 4. Con ragione Dio poté dire a Nehemia: « Il gaudio dell'Eterno è la vostra forza » Nehemia 8: 10. Paolo dice: « Rallegratevi del continuo nel Signore. Da capo dico: Rallegratevi » Filippesi 4: 4. « Siate sempre allegri; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, poiché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi » 1 Tessalonicesi 5: 16-18.

Tali sono i frutti della conversione e della santificazione prescritti dalla Bibbia. Essi si vedono di rado perché i grandi - princìpi di giustizia espressi dalla legge di Dio sono considerati con troppa leggerezza dal mondo cosiddetto cristiano. Perciò raramente si nota quell'opera profonda e duratura dello Spirito di Dio, tipica dei risvegli del passato.

Contemplando, siamo trasformati. Purtroppo i sacri precetti nei quali Dio ha rivelato agli uomini la perfezione e la santità del suo carattere vengono trascurati, e le menti delle persone sono attratte dagli insegnamenti e dalle teorie degli uomini; così non c'è da stupirsi se ne è derivato un declino della pietà vivente nella chiesa. Dice il Signore: « Ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e s'è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua » Geremia 2: 13.

« Beato l'uomo. che non cammina secondo il consiglio degli empi... il cui diletto è nella legge dell'Eterno, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato presso a rivi d'acqua, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e la cui fronda non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà » Salmo 1: 1-3. Solo quando la legge di Dio viene reintegrata nella sua giusta posizione ci può essere un risveglio della fede e della pietà primitive in seno al popolo di Dio. « Così dice l'Eterno: Fermatevi sulle vie, e guardate, e domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; e voi troverete riposo alle anime vostre » Geremia 6: 16.


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